HOME PAGE - TRE CIME DI LAVAREDO
Situazione italiana
Il fatto che alcune istituzioni abbiano potuto fare ciò che hanno voluto, ha
comportato una degenerazione del sistema Italia sia nell'ambito pubblico che privato.
Perché molti dipendenti pubblici e
privati, hanno curato più gli interessi personali che
quelli degli enti e/o imprese dalle quali dipendevano.
Così sono aumentate le spese dello Stato e, di conseguenza, il suo
debito pubblico, e le imprese non si sono sviluppate come avrebbero
potuto.
L'istituzione chiave per far
funzionare bene uno Stato, a mio parere, è la GIUSTIZIA che,
però, in Italia non funziona, come è dimostrato dal 156° posto (su 180) che
l'Italia occupa nella graduatoria mondiale sulla giustizia, mentre gli altri paesi europei occupano i primi 50 posti.
A mio parere ciò è dovuto soprattutto alla mancanza di adeguati controlli sull'operato dei
Magistrati.
Infatti mi risulta che se un MAGISTRATO non compie gli atti giurisdizionali in modo conforme alla legge,
non deve dare alcuna spiegazione e non
corre alcun rischio di essere sanzionato.
Per esempio, una
madre alla quale hanno assassinato il figlio, che si è ritenuta
danneggiata dal comportamento di alcuni Magistrati, ha inviato loro tre istanze
per ottenere delle spiegazioni su dei loro atti
giurisdizionali, ma non ha ottenuto alcuna risposta.
Ella
ha inoltrato anche quattro esposti al CSM (Consiglio Superiore della
Magistratura) per lamentarsi di tali
comportamenti, ma ha ricevuto in risposta che gli esposti sono stati archiviati in
quanto relativi ad atti giurisdizionali e pertanto non sono di sua competenza.
Ma chi invia un esposto al CSM sul comportamento di un Magistrato, rischia anche di essere querelato dal Magistrato
stesso e di dovergli pagare decine di
migliaia di euro di risarcimento. Com'è capitato ad una vittima di reati
violenti come Teresa
Cordopatri, che ha dovuto ipotecare la casa per pagare i risarcimenti ad
alcuni magistrati che l'avevano querelata per il contenuto di un suo esposto al
CSM.
Io stesso ho ricevuto una querela da un Magistrato (per la quale sono stato
incriminato), per aver esposto in alcuni e-mail relativi ad una discussione
"aperta" che
pensavo di avere con un esponente delle associazioni
dei Magistrati, le opinioni e le ragioni della succitata madre. A mio parere (e
non solo) detti e-mail non contenevano elementi diffamatori, ma solo pareri,
magari un po' provocatori, allo scopo di ottenere delle spiegazioni su alcuni
atti di detto Magistrato. Ma, evidentemente, per la Giurisprudenza (che non
comprende solo le leggi contenute nei codici, alle quali ho cercato di atteneremi nello scrivere gli e-mail, ma anche le sentenze ed altri atti che un
comune cittadino non è in grado di conoscere), i miei e-mail contenevano elementi
diffamatori. Per mia fortuna, grazie all'intervento di un bravo avvocato, detto
Magistrato ha rimesso la querela, ma io ho comunque subito una notevole tensione
morale.
Un Magistrato può arrivare perfino a
considerare credibile
una testimonianza di un fatto in contrasto con le leggi della natura,
senza che nessuna istituzione possa intervenire per modificarne il giudizio, CSM
compreso, per cui per la Giustizia italiana un fatto
impossibile può essere considerato possibile.
In conclusione mi sembra evidente che non si possa affermare che la
Giustizia funzioni.
Ma se non funziona la Giustizia, è difficile che possano funzionare anche le
altre istituzioni, perché se un loro funzionario fosse accusato di non
comportarsi correttamente, ci vorrebbe una Giustizia efficiente per giudicarlo ed,
eventualmente, sanzionarlo.
Anche la CONSOB che, tra l'altro, dovrebbe difendere i risparmiatori,
può interpretare le leggi come vuole e, quindi, può agire con molta
indipendenza.
Ha difeso adeguatamente i risparmiatori nei confronti delle banche, nel caso dei
bond argentini e parmalat, considerando il fatto che, come hanno
dichiarato gli emittenti, quei bond non erano destinati ai normali
risparmiatori?
Poiché lo Stato ha bisogno che le banche acquistino i suoi titoli (CCT, BTP,
ecc.), non sarebbe possibile che condizioni la Consob affinché non sia troppo
fiscale nei suoi controlli nei confronti dell'operato delle banche?
Ma se così fosse, lo Stato non danneggerebbe i risparmiatori a favore delle
banche?
E se le banche non fossero più in grado di acquistare il sempre più elevato
debito di stato, cosa succederebbe?
E se un banca si trovasse in difficoltà e fosse troppo grande per fallire, e lo
Stato non fosse in grado di aiutarla, cosa succederebbe?
In pratica, non si potrebbe essere creato un circolo vizioso, che favorisce le
banche e la politica, a scapito dell'economia produttiva e, quindi, a scapito di
tutti i cittadini, che potrebbe portare al fallimento dello Stato?
Inoltre, la Consob evade gli esposti che i
risparmiatori le inviano?
Non si potrebbe pensare che grazie al cosidetto
"segreto d'ufficio" la Consob possa non effettuare gli accertamenti relativi ad
un esposto alla Consob anche quando sarebbe suo dovere farlo, senza incorrere in
alcun rilievo almeno da parte dell'esponente?
In merito a quest'ultima domanda, in questo sito ho presentato un caso in cui la
Consob ha riscontrato un mio esposto
solo dopo 8 anni e più di mille solleciti, ma senza evaderlo, dato che
non ha nemmeno citato i rilievi contenuti nell'esposto.
In breve, in qualità di azionista ho presentato agli amministratori delle
Assicurazioni Generali, una relazione contenente dei rilievi e delle proposte
atte a minimizzare i danni dovuti a delle scelte tecnologiche sbagliate ed a
migliorare l'efficienza aziendale, ma senza ottenere delle risposte adeguate.
Allora ho presentato una denuncia ai suoi Sindaci, i quali hanno svolto degli
accertamenti, a mio parere, irregolari e scorretti. Pertanto ho presentato un
esposto alla Consob, che dopo 8 anni mi ha risposto che gli accertamenti erano
corretti, ma senza neanche citare alcuno dei miei rilievi in merito alla irregolarità e
scorrettezza degli accertamenti.
E la BANCA
D'ITALIA?
Ha vigilato adeguatamente sulle istituzioni bancarie, negli ultimi anni?
Non potrebbe essere per un'inadeguata vigilanza, che attualmente molte banche si
trovano in difficoltà e, quindi, non sono in grado di svolgere con efficienza la
loro parte per far sviluppare l'economia italiana?
Anche in questo caso, dato che lo Stato ha bisogno che le Banche gli acquistino
i suoi titoli, non sarebbe possibile che condizioni anche la Banca d'Italia
affinché non sia troppo fiscale nei suoi controlli sulle Banche?
E la FINANZA?
Non potrebbe essere dovuto alle
sue disfunzioni il fatto che soprattutto nel meridione continui ad esserci un'alta evasione fiscale, per cui
i
cittadini delle regioni
settentrionali devono pagare le tasse anche per quelli delle regioni meridionali
?
E le IMPRESE?
Per esempio, negli anni 60 avevamo tre grandi imprese automobilistiche (FIAT, Alfa Romeo e
Lancia) che erano qualitativamente competitive rispetto a quelle tedesche (Volkswaghen,
BMW, Mercedes e Audi). Ma ora quelle tedesche producono auto di qualità molto
superiore rispetto alle italiane, per cui possono venderle a prezzi molto
più elevati e, di conseguenza, possono guadagnare molto di più e pagare di più
anche il loro personale.
Considerando il fatto che il "genio" italiano non ha niente da invidiare a
quello "tedesco", a cosa potrebbe essere dovuta questa evoluzione se non al
fatto che questo "genio" non è stato ben utilizzato, magari per far posto a
"geni" meno capaci ma più integrati nelle varie cordate "politiche"?
Per approfondire questo argomento leggere il capitolo "Come
far crescere le aziende" della mia proposta politico economica.
E la STAMPA?
E' giusto che possa pubblicare ciò che vuole, anche se non corrisponde alla
verità?
Per esempio, nel caso del succitato assassinio di Luca, dopo 8 anni i giornali
locali hanno pubblicato degli
articoli sulla situazione carceraria dei due assassini, dai quali,
nonostante che dagli atti del processo risulti chiaramente la premeditazione,
sembra che essi non volessero assassinare Luca, ma solo rapinarlo e che,
pertanto, l'assassinio non solo non sia stato premeditato, ma neanche
volontario.
CONSEGUENZE
A causa del
malfunzionamento delle sue istituzioni (e non posso scrivere di più) e agli
interessi di alcuni bancari (facevano crescere gli utili delle banche, tramite
gli interessi sul debito pubblico e su altri crediti "facili", per ottenere
stock option ed altri benefici economici?)?, lo Stato si trova
con un DEBITO PUBBLICO che risulta
controllabile finché i tassi di
interessi si mantengono bassi, ma che sarà quasi
impossibile controllare una volta che i mercati finanziari perdessero fiducia
nella solvibilità italiana e pretendessero degli interessi molto più elevati.
Questo perché per pagare gli interessi dovrebbero essere aumentate le tasse, che
le nostre aziende difficilmente riuscirebbero a sopportare, per cui molte di
esse sarebbero costrette a chiudere, provocando una sempre maggiore recessione
economica.
Una soluzione potrebbe essere quella di ricorrere alla solidarietà dei
cittadini, aumentando le tasse dei più benestanti.
Ma può esserci solidarietà in una società nella
quale regna l'ingiustizia?
Il risultato potrebbe essere quello che lo Stato italiano non riesca
più a pagare i suoi debiti e che, quindi, fallisca, causando problemi economici
gravissimi (simili a quelli subiti dai cittadini argentini) a tutti i cittadini
italiani.
E, purtroppo, anche a tutta l'Europa, visto che molte banche europee hanno
acquistato i titoli dello stato italiano per diversi milardi di euro.
RIMEDI
A mio parere, prima di tutto è necessario riformare la
Giustizia in modo che i
Magistrati debbano rispondere anche per i loro
atti giurisdizionali. In pratica si tratta di attuare quello che l'80% degli
italiani ha votato nel referendum per la responsabilità civile del magistrato
del 1987.
Una soluzione potrebbe essere quella di prevedere un'istituzione governativa,
alla quale tutti i cittadini potrebbero rivolgersi direttamente (senza avvocati) per "lamentarsi" del comportamento della
Giustizia, senza la possibilità di essere
incriminati per diffamazione (almeno con decorrenza dal 1987).
Naturalmente occorrerà riformare anche le altre istituzioni, affinché l'operato
dei loro funzionari possa essere adeguatamente controllato da istituzioni di
livello superiore, ma se non funzionasse la Giustizia, neanche le altre
istituzioni potrebbero funzionare bene.
Così lo Stato italiano comincerebbe a funzionare in base a regole più giuste,
l'evasione fiscale dovrebbe diminuire, il clientelismo dovrebbe sparire e
tangentopoli dovrebbe essere vinta.
Ciò favorirebbe i politici più onesti e volonterosi, per cui anche il governo
del paese migliorerebbe.
Così sarebbe possibile anche far accettare ai cittadini
gli inevitabili sacrifici che dovrebbero fare per ridurre il debito
pubblico a dimensioni sostenibili, perché lo farebbero con la consapevolezza di
ottenere un futuro migliore per loro e, soprattutto, per i loro figli.
PROPOSTA PER INIZIARE A RIDURRE AL PIU' PRESTO IL
DEBITO PUBBLICO
3. Riduzione della spesa pubblica.
Attuare i provvedimenti relativi ai "costi standard" per i servizi effettuati dai vari enti locali e sovvenzionare le regioni solo in base a detti costi.
Se esse spenderanno di più, dovranno provvedere con entrate proprie.
Togliere l’autonomia alle regioni e province autonome.
Non elargire più pensioni di vecchiaia ai famigliari anziani ricongiunti degli immigrati.
4. Controllo della Magistratura.
5. Sostegno debito pubblico dai cittadini
Per realizzare adeguatamente quanto sopra esposto, pur cercando di far presto, potrebbero essere necessari diversi mesi, durante i quali i mercati potrebbero continuare a non avere fiducia nella solvibilità italiana, per cui continuerebbero a chiedere interessi elevati sulle nuove emissioni di titoli di stato.
Per contrastare questa possibilità, una soluzione sarebbe quella di emettere dei titoli di stato nominativi, finanziariamente appetibili, ma non vendibili per almeno due anni e acquistabili soltanto da cittadini italiani. Un'ipotesi potrebbe essere quella di offrire un tasso di interesse fisso del 2-3% più l'inflazione, il tutto senza tasse né spese (si tratterebbe di interessi abbastanza elevati, ma sarebbero giusti e rimarrebbero in "casa").
Inoltre bisognerebbe consentire ai pensionati usufruenti delle integrazioni dello Stato, di investire i loro risparmi senza detrarre i relativi interessi dalle loro pensioni, almeno fino ad un certo importo.
Ottenendo delle entrate per questa via, lo Stato potrebbe ridurre le nuove emissioni di titoli e, di conseguenza, i tassi di interessi richiesti dovrebbero calare (per la legge della domanda e dell'offerta).
Naturalmente ciò potrà essere attuato una volta ottenuta, almeno, la fiducia dei cittadini italiani, il che potrà avvenire quando essi si convinceranno che questa volta lo stato fa sul serio, iniziando veramente ad attuare quanto sopra.